70 ANNI FA MORIVA FRANCESCO CILEA
Si tratta di uno fra i più grandi musicisti calabresi di sempre, forse il più grande.
Il 20 novembre 1950 a Varazze (Liguria), dove viveva con la moglie Rosa Lavarello, dopo una vita costellata di successi (“L’Arlesiana”-1897; “Adriana Lecouvreur”-1902; “Gloria”-1907) si spegneva il grande musicista Francesco Cilea, nato a Palmi nel 1866.
A 12 anni dalla morte, nel 1962, dopo tante insistenze, un comitato palmese (guidato dall’on. Giuseppe Marazzita), convinceva la vedova ad autorizzare la traslazione della salma da Varazze a Palmi, per essere adagiata davanti a quel mare di Calabria “tenero e pauroso” come quello ligure.
Ad accogliere i resti di Cilea e' stato allestito un complesso monumentale progettato dentro la collina dello “Spirito Santo”. Nell’occasione, tutta Palmi si compiaceva per un evento tanto atteso e voluto, in cui i resti mortali venivano portati alla sua ultima dimora davanti a un popolo sinceramente commosso.
Alla commemorazione ufficiale il 29.11.1962, a prendere la parola era un certo Leonida Repaci, il quale, nato a pochi passi dal grande musicista, con le sue parole avrebbe suggellato nella coscienza di tutti il ritorno alla “zolla nativa” di un grande: Francesco Cilea.
(DAL LIBRO «NOVECENTO A SUD»: “Palmi, 27 novembre 1962-IL RITORNO DI FRANCESCO CILEA ALLA ZOLLA NATIVA”, di ANTONINO CATANANTI TERAMO, pp.343, Edizioni Nove100, 2019).
Articolo di Eugenio Crea
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